«13 anni di violenze sessuali»
L’INCHIESTA. La segnalazione di un ragazzo aveva fatto arrestare un istruttore di arti marziali. A breve il processo
L’incubo di un bambino, poi diventato adolescente e ragazzo, che ha pensato anche al suicidio pur di spezzare le catene
Un calvario sessuale durato tredici anni. «Mi bendava, mi ammanettava e poi mi scattava tante fotografie o mi riprendeva con la videocamera, costringendomi in un caso anche a fare sesso alla presenza di un terzo individuo», accusa la vittima.
Per tredici anni un bambino diventato adolescente e poi ragazzo, dai 10 ai 23 anni, sarebbe stato costretto alle turpi regole imposte da un adulto, istruttore di arti marziali, che lo aveva scelto come partner.
Soltanto dopo che il minore si è confidato con un amica, alla quale aveva manifestato l’intenzione di uccidersi perché non reggeva più il peso di tanta umiliazione, le catene della perversione sono state spezzate dall’intervento dei carabinieri.
In due pagine fitte di nefandezze sessuali compiute su due minori del capoluogo è ricostruita la drammatica storia che ha alterato la loro esistenza. C’è l’elenco delle accuse che a conclusione delle indagini preliminari il pm Antonella Toniolo ha notificato ad Alessio Gelicrisio, 49 anni, residente in città in via Nicolò Vicentino, che da qualche giorno ha abbandonato il carcere dopo dodici mesi di detenzione. Vista la gravità ipotetica dei fatti il tribunale ha utilizzato tutta la carcerazione preventiva disponibile.
La principale novità dell’inchiesta dopo l’arresto riguarda un altro caso di presunta prostituzione minorile e violenza sessuale. «Ha abusato di due minori inducendoli alla prostituzione e versando loro denaro per i loro incontri», gli contesta la procura, che tra le imputazioni incasella anche lo spaccio di hashish perché avrebbe comprato alcuni spinelli per invogliare uno dei due minori a fare sesso con lui.
La vicenda più terribile riguarda un ragazzo che per tredici anni, dai 10 ai 23, lo ha incontrato quasi settimanalmente. Doveva soddisfare le voglie dell’adulto in cambio di “mance” che variavano dalle 60 mila lire (fino al 2002) ai 40 euro negli ultimi periodi di frequentazione.
Gelicrisio, che è difeso dagli avvocati Elena Peron e Massimiliano Manetti, ha sempre respinto il contesto in cui sarebbero maturate le violenze sessuali, sostenendo che c’era corresponsione affettiva.
I resoconti dei suoi accusatori, però, sono dettagliati, incalzanti, attendibili. Ma soprattutto di tenore opposto. Non è un caso se Gelicrisio, che a dispetto del cognome è nato in città, per un anno è stato trattenuto dietro le sbarre e attualmente è sottoposto all’obbligo della dimora a Vicenza e ogni giorno deve recarsi in caserma dei carabinieri a firmare. Il pm Toniolo lo ritiene un soggetto pericoloso perché ha la capacità di instaurare rapporti con minori lusingandoli col denaro forte della sudditanza psicologica.
Addirittura, l’istruttore di arti marziali in un’occasione ha sottoscritto un finanaziamento di 2500 euro a favore del ragazzo, che poi l’ha denunciato, per comprargli una batteria, dicendogli che per estinguere il debito doveva essere con lui carino.
Era un girone infernale di prestazioni sessuali dal quale il giovane avrebbe voluto emanciparsi una volta raggiunta la consapevolezza che così non poteva più andare avanti, ma sarebbe stato ricattato. Il ragazzo, assistito come parte offesa dall’avvocato Cesare Dal Maso, ha denunciato di essere stato intimorito da Gelicrisio, che avrebbe messo in giro foto e video di loro due assieme nell’intimità.
«Ogni volta che cercavo di interrompere i nostri rapporti – ha detto la vittima al magistrato – mi diceva che avrebbe fatto trovare le nostre immagini sotto casa o affisse sul muro della ditta dove lavoro per distruggermi la reputazione». Non molto dissimile, accusa il pm Toniolo, da quella dell’altro minore coinvolto, che dal 2002 fino al 2008 avrebbe ricevuto dai 30 ai 40 euro per ogni incontro a sfondo sessuale. A breve il processo.