Il Gruppo L’Espresso ha accettato di pagare 8.000 euro a titolo di risarcimento a Renzo Marcigaglia, noto imprenditore di Arzignano, per un articolo che conteneva informazioni errate e non verificate e che aveva contenuto e linguaggio diffamatori lesivi della reputazione e dell’onore dell’imprenditore.
Il Tribunale di Roma, a tre anni di distanza, ha rinviato a giudizio Giorgio Sbrissa, giornalista del settimanale l’Espresso, e Bruno Manfellotto direttore responsabile del periodico, con l’accusa di diffamazione per “l’attribuzione di fatti determinati non rispondenti al vero” ai danni di Renzo Marcigaglia, imprenditore edile e socio titolare della società di costruzioni di Arzignano Marcigaglia Constructions Spa.
I fatti risalgono all’autunno del 2010. Sull’Espresso, in data 14 ottobre, Giorgio Sbrissa aveva, infatti, firmato un articolo dal titolo “Mazzette a NordEst” . Nel suo servizio il giornalista parlava di indagini giudiziarie a carico di amministratori leghisti e ricostruiva nello specifico le complesse vicende giudiziarie che hanno coinvolto molti imprenditori del settore concia della valle del Chiampo. Nell’articolo aveva definito Renzo Marcigaglia, “presidente del Consiglio Comunale di Arzignano” e aveva lasciato intendere che l’imprenditore fosse persona “indagata, al centro di un sistema di evasione di centinaia di milioni che ha portato in carcere imprenditori e faccendieri del settore della concia».
L’imprenditore ha quindi deciso di sporgere querela, assistito all’avvocato Cesare Dal Maso, per il contenuto non verificato e “oggettivamente diffamatorio” del servizio giornalistico; per gli “apprezzamenti offensivi” per gli “errori grossolani” contenuti nell’articolo; aggiungendo anche che egli è imprenditore del tutto estraneo al mondo della concia.
La querela è stata sporta nei confronti del giornalista firmatario dell’articolo, del direttore del periodico, per il reato di omesso controllo e del gruppo editoriale L’Espresso.
Visti gli atti del procedimento il sostituto procuratore presso il Tribunale di Roma, Paolo Ielo, aveva ritenuto di chiedere il rinvio a giudizio dei querelati.
La querela è stata infine ritirata grazie all’avvenuto risarcimento.
“Il Tempo è galantuomo – ha dichiarato Renzo Marcigaglia – .Finalmente è fatta giustizia dopo anni di falsità e calunnie. Come ha appurato anche il Tribunale di Roma, io e la nota società di Costruzioni che rappresento non siamo mai stati coinvolti nelle vicende di evasione fiscale di centinaia di milioni relative al settore della concia (Dirty Leather). Ringrazio tutte le persone che mi hanno sempre dimostrato fiducia e stima. Infine mi voglio complimentare con l’avvocato Cesare Dal Maso per la professionalità e competenza dimostrate in questa complessa vicenda”.